Bologna e il Rinascimento
Aggiornato il 03 maggio 2024 Da Bologna Welcome
Bologna è conosciuta
prevalentemente per la sua anima medievale, eppure, è stata una delle città più
importanti dal punto di vista storico-artistico del periodo rinascimentale
italiano.
Il più importante complesso conventuale francescano
della città fu tra i più grandi del nord Italia. Tra XV e XVI secolo fu al
centro di notevoli imprese decorative, come l’erezione di numerose cappelle, di
cui oggi sopravvive solo quella di San Bernardino. Al suo interno si può ancora
ammirare la monumentale Tomba di Papa Alessandro V, completata da Sperandio da
Mantova al tempo di Giovanni II Bentivoglio, mentre altri capolavori sono custoditi
alla Pinacoteca Nazionale.
Nel Rinascimento, la
maestosa basilica simbolo della devozione dei bolognesi fu al centro di
importanti campagne artistiche. Numerose sono le testimonianze, come la
decorazione dei finestroni laterali, dove operarono anche Niccolò dell’Arca e
Francesco di Simone Ferrucci, o l’assetto attuale della facciata. L’interno
custodisce capolavori di tutti i protagonisti della stagione: da Lorenzo Costa attivo
nella Cappella De’ Rossi, a Vincenzo Onofri nel Compianto, fino ai diversi
dipinti di Amico Aspertini.
Le Collezioni Comunali
d’Arte hanno sede a Palazzo d’Accursio su Piazza Maggiore. L’edificio fu al
centro di alcune delle vicende bolognesi più rilevanti e una parte delle sue
strutture rinascimentali, come la grande Corte d’Onore, lo Scalone o la Torre dell’Orologio, sono ancora oggi ammirati dal pubblico. Nelle collezioni si
conservano opere di grande importanza come la Crocifissione con i santi
Giovanni e Girolamo di Francesco Francia o la Vergine allattante di
Amico Aspertini.
Il museo è allestito in
uno dei palazzi rinascimentali di Bologna meglio conservati e possiede una
collezione unica nel suo genere per importanza storica e artistica. L’epoca dei
Bentivoglio è rappresentata da rari manufatti come lo Stocco, una
splendida spada donata da Papa Niccolò V a Ludovico Bentivoglio, o il Targone,
scudo da parata dipinto con San Giorgio e il Drago, o la celebre tomba
di Domenico Garganelli, opera polimaterica tra i capolavori di Francesco del
Cossa.
La Cattedrale fu scrigno
di capolavori rinascimentali, su tutti la celebre Cappella Garganelli che, per
vicissitudini del gusto e del tempo, andarono in gran parte perdute. L’edificio
odierno è stato quasi completamente ricostruito ma fortunatamente possiede
qualche eccezionale testimonianza del periodo, come il grandioso Compianto
sul Cristo morto di Alfonso Lombardi; nelle grandi statue in
terracotta il sapiente classicismo si unisce alla tensione narrativa e
all’attenzione naturalistica.
L’importante chiesa
carmelitana bolognese, come testimonia la sua facciata ottocentesca, è stata
ampiamente modificata nel tempo. Oggi possiede diversi capolavori dell’arte del
Rinascimento: si possono ammirare l’Assunta di Lorenzo Costa, la Madonna e
santi di Amico Aspertini o il Busto di Beroaldo attribuito a Vincenzo Onofri.
Notevoli anche le cappelle Marescotti e Boncompagni che, oltre
all’architettura, alla decorazione originale, custodiscono le pale d’altare di Francesco Francia e Girolamo da Carpi.
La
sezione del Rinascimento della Pinacoteca Nazionale di Bologna si sviluppa in
20 capitoli secondo criteri cronologici e tematici. Essa copre un arco
temporale che dal 1450 arriva fino alla metà del Cinquecento, ponendo l'accento
sui nodi fondamentali e sulle personalità più significative per l'arte a
Bologna nel periodo. Oltre a dipinti di artisti bolognesi, le sale ospitano
opere di grandi maestri come Raffaello, Parmigianino, Tiziano, Tintoretto ed El
Greco.
Dal Rinascimento delle
corti e dei grandi artisti all’“altro Rinascimento”, quello dei primi
scienziati, collezionisti e osservatori della natura. Nelle sale di Palazzo
Poggi, decorate dagli affreschi della stagione manierista, l’Università di
Bologna conserva un tesoro eccezionale: quello di Ulisse Aldrovandi
(1522-1605), professore e inventore del museo scientifico moderno. Il museo di
Aldrovandi, donato al Comune di Bologna, non si disperde ma è giunto fino a noi
quasi intatto.
L’Oratorio di Santa Cecilia conserva il più importante ciclo pittorico del Rinascimento bolognese. La decorazione fu avviata nel 1506 dai principali artisti del tempo: Lorenzo Costa, Francesco Francia e Amico Aspertini. È singolare che in questi affreschi non compaiano segni iconografici che possano identificare Cecilia come protettrice della musica: questi richiami si diffonderanno infatti solo dopo l'arrivo in città nel 1515 del dipinto di Raffaello, ora in Pinacoteca.
La Chiesa
di San Giacomo Maggiore ospita la cappella della famiglia Bentivoglio, autentico
capolavoro del Rinascimento bolognese. Commissionata da Annibale
Bentivoglio nel 1445 e terminata da Giovanni II nel 1486, la cappella fu
decorata dai due principali artisti attivi a Bologna alle fine del '400:
Lorenzo Costa e Francesco Francia. Lo stesso Giovanni II fece costruire l'elegante
portico rinascimentale che costeggia la chiesa e che conduce all’Oratorio di
Santa Cecilia.
"L’urlo di pietra" – con queste parole D’Annunzio definisce il complesso scultoreo del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca, risalente al 1463 circa. Opera che risente - per lo stile dinamico e fortemente realistico - dell'influenza di Donatello e di artisti della scuola ferrarese come Ercole de’ Roberti. L’opera è inserita all’interno della chiesa di Santa Maria della Vita che risale al 1200, anno in cui venne fondata l’omonima compagnia che si occupa della cura degli infermi, dei carcerati e dei condannati a morte. All’interno di questo importante luogo di culto, nella cappella di destra rispetto all’altare maggiore, potete ammirare uno dei capolavori scultorei che dopo seicento anni suscita ancora pathos e ammirazione.
Palazzo Pepoli Vecchio, dimora di una delle più potenti famiglie della Bologna di epoca medievale, è oggi un Museo che racconta la storia cittadina a partire dagli Etruschi fino ai giorni nostri. Nell’excursus di secoli che viene dispiegato nelle sale del Palazzo, un ampio spazio è dedicato alla Bologna del Rinascimento. Un secolo scandito da lotte di potere fra casate divise tra Guelfi e Ghibellini, sullo sfondo del difficile rapporto con il papato segnato da continui compromessi. In questo quadro storico così complesso, emerge la famiglia dei Bentivoglio la cui apoteosi di potere verrà ritratta da alcuni dei maggiori artisti del periodo come Lorenzo Costa.
Una delle chiese meglio conservate, con la facciata di cultura veneziana, l’Aquila di Niccolò dell’Arca e le vetrate bentivolesche, tra cui quella con San Giovanni ideata da Francesco del Cossa. Al suo interno eccellenti opere, come l’Incoronazione o la Madonna in trono di Lorenzo Costa e la copia della Santa Cecilia, posta, accanto al corpo della Beata Duglioli dall'Olio nell’omonima cappella, dove il capolavoro di Raffaello, ora in Pinacoteca Nazionale, venne ammirato per secoli.
Il Museo Davia
Bargellini è allestito nell’omonimo e affascinante palazzo, custodisce la
memoria della potente famiglia alleata dei Bentivoglio, in particolare Gaspare
e Virgilio furono coprotagonisti dell’epopea bolognese. Tra le numerose opere
rinascimentali si ricordano: il busto di Virgilio di Onofri, il suo presunto
ritratto attribuito ad Amico Aspertini, i dipinti di maniera raffaellesca con San
Lorenzo e San Petronio di Innocenzo da Imola, già in Santa Maria dei
Servi.
Luogo capitale per la
storia della città, nel Rinascimento, la chiesa domenicana più importante al
mondo fu teatro di straordinarie imprese artistiche. La più rilevante fu il
coperchio marmoreo dell’Arca di san Domenico (1469-73), decorato da mirabili
statue, l'opera garantì imperitura nomea al suo autore: Niccolò dell’Arca. Il
maestro scolpì quasi tutte le sculture, ma alla sua morte ne mancavano alcune,
tre di queste furono realizzate da Michelangelo: i santi Petronio, Procolo e l’Angelo
reggicandelabro (1494).
La chiesa venne
riedificata nel Quattrocento dagli Olivetani, e, nonostante le modifiche e i
restauri, ha mantenuto numerosi elementi originali. L’assetto dell’abside, le
coperture e il portico d’ingresso sono peculiari all’architettura del
Rinascimento padano. Di notevole importanza sono poi le vetrate superstiti che
furono realizzate su cartoni di Francesco Francia, lo stesso maestro che per la
chiesa dipinse alcune grandi pale d'altare oggi alla Pinacoteca Nazionale.
La chiesa venne completamente ristrutturata a partire dal 1475 dai frati francescani osservanti. Nonostante le trasformazioni dei secoli, diversi elementi architettonici, come il grande porticato o le volte dell’edificio sono esemplari dell’architettura del Rinascimento. Alcuni capolavori dei pittori dell’epoca giuliesca, oggi nei musei della città, provengono da qui: prima fra tutti la pala dell’altare maggiore con santi di Francesco Francia, oggi conservata alla Pinacoteca Nazionale.
Straordinario esempio del maturo Rinascimento bolognese, fu la dimora di Papa Gregorio XIII fino alla sua elezione al soglio pontificio, il 13 maggio 1572. Al suo interno si trova l’imponente Sala delle udienze Papali, affrescata con cinque storie della gioventù di Davide, lo splendido loggiato con le sue colonne intarsiate e il bellissimo albero di Magnolia, e la scala elicoidale progettata dal Jacopo Barozzi detto il Vignola.